Progetto di microcredito

I beneficiari di questo progetto si trovano nella zona di Mtwango, una cittadina rurale nel distretto di Njombe. La maggior parte dei beneficiari sono donne, mamme sieropositive che si ritrovano sole a dover mantenere non solo i figli ma spesso anche i vecchi genitori. Grazie ai prestiti concessi hanno potuto dare vita ad attività produttive che permette loro di avere una vita dignitosa e di poter affrontare al meglio la malattia.
Siamo partiti con un gruppetto di 20 beneficiari e attualmente siamo arrivati a 200 beneficiari circa, ma la cosa ben più importante è l'impatto sui villaggi della zona perché sono circa 1500 le persone che, anche se pur indirettamente, traggono beneficio da questo progetto.

Tutto è cominciato qualche anno fa ...

15 ottobre 2008
Prima riunione con i candidati al microcredito. Circa 80 persone siedono nella saletta usata per le riunioni nella parrocchia di Mtwango,a maggior parte di essi sono giovani mamme e tutti, nessuno escluso, sono sieropositivi.
Il capo gruppo di zona ha fatto un bel lavoro chiamando tutti a raccolta nel giro di una settimana e considerando che molti di loro vivono in un raggio di 20 kilometri, sparsi per la campagna e senza telefono, direi che è stato decisamente incredibile. La maggior parte di loro mi conosce già dal precedente periodo che ho passato quaggiù e quindi non c'è bisogno di lunghe presentazioni, si può entrare direttamente nel vivo del discorso.
La riunione è stata organizzata in modo da rendere partecipi tutti del progetto e di trovare insieme le modalità per portarlo avanti in modo da coinvolgere tutti fin dall'inizio e trovare quindi la maggior collaborazione possibile.
La prima cosa da dire è che il prestito servirà loro per iniziare un'attività che li renda in una certa misura indipendenti, ovvero che possa permettere loro di pagare la terapia antiretrovirale per l'HIV e di seguire una dieta ricca per sè ed i figli senza dover sempre ricorrere all'aiuto della parrocchia.
Il messaggio che abbiamo cercato di trasmettere è quello di far fruttare al meglio l'attività che finanzieremo e di reinvestire il ricavato in parte per allargare l'attività stessa e in parte per le spese quotidiane.
Alla fine della riunione siamo arrivati tutti alla medesima conclusione, ovvero che l'attività più redditizia e anche meno faticosa per delle persone nelle loro condizioni è quella dell'allevamento del maiale. Quindi è stato deciso di fomare dei gruppi di 2/3 persone e di regalare loro un maialino per cominciare e di prestare loro a quota per acquistare il mangime.
Ad ogni gruppo, inoltre, abbiamo dato una scatola di legno che funge da salvadanaio in modo da rendere loro più semplice il concetto del prestito e della restituzione. I soldi resi, ovviamente, verranno poi investiti in altri gruppi e altri maiali. 

30 ottobre 2008 
Dopo due settimane ci si ritrova tutti per dare inizio al progetto vero e proprio. In queste due settimane mi sono impegnata a cercare e acquistare i maialini per i gruppi che sono entrati nel progetto e i beneficiari a loro volta si sono impegnati a costruire il recinto per il maialino. A questo punto non resta che consegnare la cifra per acquistare il mangime e darsi appuntamento per la consegna del piccolo suino.
Il giorno dopo, armati di furgoncino eccoci alle prese con la consegna a domicilio dei primi animali. Sotto un cielo plumbeo e qualche goccia di pioggia ci spostiamo di villaggio in villaggio per consegnare a tutti il loro maialino e cominciare così l'attività di allevamento.
E' stata una giornata particolare, la sera la fatica ha lasciato il posto alla serenità del ricordo di quelle facce felici nel momento in cui hanno ricevuto il loro “regalo”. 

          


15 novembre 2008 
Mi sono spostata nella zona di Ilembula e nonostante la distanza di 60 km che separa Mtwango da Ilembula sembra che la notizia della nostra attività di credito sia giunta fin quaggiù. Un gruppo di mamme sieropositive accompagnate dal rappresentante della comunità si presenta alla porta di Fausta, chiedendo di avere maggiori informazioni sul progetto dell'allevamento di maiali di cui hanno sentito parlare. Noi spieghiamo in cosa consiste il progetto, della nostra idea di educare le persone al risparmio e del fatto che dovranno dimostrare di impegnarsi altrimenti il progetto non verrà portato avanti. A questo punto ci sembrano convinte e quindi ci si dà appuntamento per il giorno successivo con tutti i componenti del gruppo per la firma del contratto e per il prestito. E così il numero di beneficiari aumenta e con esso le persone che tra qualche mese avranno in mano un'attività che li renderà economicamente più liberi e forse un po' più positivi sul loro futuro. 

10 Luglio 2009
Sono rientrata in Tanzania per monitorare il progetto del microcredito a 6 mesi di distanza dal mio rientro in Italia a gennaio. A fine giugno abbiamo avuto l'incontro con i clienti del microcredito e con grande sorpresa ho trovato persone molto più sicure e intraprendenti e con grande spirito d'iniziativa. Quando abbiamo cominciato erano molto titubanti, timidi quasi intimoriti. Adesso sono loro stessi che richiedono un prestito e ti spiegano soddisfatte per cosa lo utilizzeranno. Siamo partiti con pochi maiali da allevare e siamo adesso passati alla vendita del mais, alla spremitura dei semi di girasole per fare l'olio. 
Tutte (il 95% dei clienti sono donne) si sono attivate per inventarsi un'attività che potesse aiutarle ad andare avanti con dignità e ne sono tutte pienamente soddisfatte. Anche fisicamente devo dire che sembrano cambiate, quando vengono agli incontri sono sempre ben curate, con i vestiti puliti e ben sistemati, insomma adesso non sono più solo donne sole e sieropositive che fanno fatica a tirare avanti, sono diventate “piccole imprenditrici” e si vede.

20 Aprile 2010
Ormai il progetto ha preso il via e sta andando sempre meglio. Abbiamo creato un comitato di autogestione composto da 5 membri tra cui il presidente e il segretario. Sono anche loro beneficiari del progetto e poiché si sono sempre distinti all'interno del gruppo per la loro capacità di risolvere i piccoli problemi che potevano insorgere abbiamo deciso di chiedere loro di assumersi maggiori responsabilità e di diventare parte integrante del progetto nel ruolo di coordinatori locali.
Al loro fianco una suora locale che si occupa della contabilità e di mantenere i rapporti con l'associazione Sicomoro in Italia.
Insomma ormai è un progetto gestito localmente con un controllo da parte nostra ma senza troppe ingerenze se non un continuo monitoraggio degli sviluppi. 

          


Agosto 2015
A 7 anni di distanza il progetto continua a finanziare piccole attività locali che contribuiscono quotidianamente allo sviluppo di un'intera area intorno al villaggio di Mtwango. Nel corso di questi anni abbiamo costantemente monitorato il progetto e attualmente possiamo confermare che per un numero di 200 beneficiari circa, sono ben 1500 le persone che indirettamente traggono beneficio da questo progetto.