Ospedale St. Joseph, Ikelu

Il St. Joseph Hospital nasce dalla collaborazione tra le Suore Benedettine del Convento St. Gertrude di Imiliwaha e Sicomoro NGO, Organizzazione Non Governativa registrata in Tanzania secondo le leggi vigenti nel paese. A questa associazione fanno capo i donatori italiani coinvolti nel progetto dell’ospedale di Ikelu: Pamoya onlus (Malonno-BS), Sicomoro onlus (Milano) Rotary Club Lovere Iseo Breno (Boario Terme-BS).

L'obiettivo generale dell'intervento prevede il miglioramento delle condizioni sanitarie della popolazione del distretto di Njombe, quantificato dall'aumento degli indici di speranza di vita alla nascita delle statistiche nazionali ufficiali. Tale intento è stato poi contestualizzato attraverso un obiettivo più specifico, che mira ad assicurare un'assistenza sanitaria di prevenzione e cura, sufficientemente diffusa ed equamente distribuita, secondo la priorità del Piano Sanitario Governativo.

I servizi sanitari forniti coinvolgono tutte le persone del distretto con accesso ai servizi di assistenza sanitaria e alle attività di sensibilizzazione e prevenzione offerti dall’ospedale.

              


Il St. Joseph Hospital di Ikelu inizia la sua attività sanitaria il 20 Febbraio 2012.

Il duro lavoro di questi anni ha portato alla creazione di una struttura organica e funzionale, capace di fornire un vasto numero di servizi per il territorio e che soddisfa gli standard di un ospedale, secondo i requisiti previsti dalla vigente legislazione. 

Il 5 Giugno 2012 è stata, inoltre, ufficialmente certificata la registrazione dell’ospedale presso il Ministero della Salute tanzaniano. 

Tale registrazione e con essa l'approdo nelle file del sistema sanitario nazionale, hanno permesso di ottenere il supporto politico governativo, nonché l’inserimento dell’ospedale all’interno di programmi nazionali di cura e prevenzione, come il programma per la tutela della salute materno-infantile e i programmi Tubercolosi e HIV: il governo stesso ha già infatti introdotto il servizio di CTC (Care and Treatment Clinic) per la cura e il trattamento delle persone sieropositive all’interno dei servizi ospedalieri, fornendo test, farmaci e registri dedicati e formando un medico, due counselor e un farmacista. 

Inoltre, il St. Joseph Hospital è entrato a far parte del programma di aiuti Tunajali/USAID (United States Agency for International Development), che raccoglie fondi destinati alla lotta all’HIV, ricevendo così un ulteriore supporto in termini di risorse umane ed economiche, formazione, materiali e farmaci antiretrovirali.

      

I SERVIZI

I servizi offerti attualmente dal St. Joseph Hospital Ikelu sono:

OPD, Out Patient Department 
Servizio ambulatoriale diurno, nel cui edificio sono ospitati:
- 1 accettazione;
- 1 ufficio dell'amministrazione;
- 1 ufficio contabile;
- 4 ambulatori medici;
- 1 ambulatorio ecografia;
- 1 stanza medicazioni;
- 1 ambulatorio dentistico;
- 1 farmacia;
- 1 sala gessi e piccola chirurgia.
- ICU (intensive care unit) con un totale di 6 posti letto. La stanza accoglie i pazienti post operatori e i pazienti che richiedono un’assistenza specifica h24. 

Presso l'OPD, il Servizio è aperto tutti i giorni, dalle 07.30 alle 18.00 e dopo tale orario i pazienti vengono visti direttamente in reparto dal medico di turno.

Degenza
La capacità di accoglienza del St. Joseph Hospital è di 120 letti di cui in media il 60-70% è destinato ai ricoveri; per ora sono disponibili 101 letti, con una domanda in costante e rapida crescita. 
I reparti presenti sono:
- Medicina generale uomini
- Medicina generale donne
- Maternità e sala parto
- Pediatria

Laboratorio Analisi 
Vengono effettuati i principali esami quali emocromo, funzionalità renale ed epatica, analisi delle urine, esami al microscopio, gram stain, test di malaria, tifo, sifilide, tubercolosi e HIV; questi ultimi due, come anche i test effettuati nell’antenatal care in gravidanza, rientrano nel piano di assistenza nazionale e sono gratuiti. 

Servizio Trasfusionale
A partire da Marzo 2015, i pazienti possono beneficiare di una trasfusione di sangue senza dover essere trasferiti all’ospedale regionale Kibena dove spesso, rimangono per giorni senza riceverne per mancanza di sacche e materiali: il sangue viene fornito al St. Joseph Hospital direttamente dal centro di raccolta e analisi Damu Salama di Mbeya, città a 4 ore di distanza. 
Purtroppo, in questi ultimi mesi del 2015, i centri trasfusionali di raccolta nazionali (ve ne sono solo 7 in tutto il paese a fronte di una popolazione stimata di 50 milioni di abitanti) ne sono sprovvisti, determinando una situazione di emergenza nazionale, con problemi legati anche alla compravendita di sangue. 

Ortopedia e reparto ustioni
Da alcuni anni è attiva inoltre nell'ospedale di Ikelu una sala gessi, in cui vengono trattate con gessi e trazioni le principali patologie ortopediche. Si è iniziata inoltre un'attività chirurgica ortopedica di base, comprendente per ora il trattamento di piccole fratture e l'utilizzo di fissatori esterni per il trattamento di fratture esposte. Altro intervento effettuato è stata l'elaborazione di un protocollo per un miglior trattamento dei pazienti ustionati, spesso bambini.
I progetti per il futuro sono di incrementare la chirurgia ortopedica attraverso l'acquisto di strumentario dedicato e di migliorare il trattamento dei pazienti ustionati prevedendo la possibilità di effettuare degli innesti di chirurgia plastica.

RCH (Reproductive Child Health) 
Servizio governativo che si occupa della supervisione della gravidanza e della tutela della salute materno-infantile. 
Nello specifico, per la donna in attesa, tale servizio offre: 
- monitoraggio della gravidanza
- prevenzione e diagnosi delle malattie sessualmente trasmissibili
- terapie di profilassi contro malaria, vermi intestinali, anemia e malformazioni fetali
e per i bambini fino ai 5 anni: 
- vaccinazioni per l’epatite B, tubercolosi, poliomelite, Difto-Tetano-Pertosse, Haemophilus Influenzae. 
È inoltre attivo il servizio PMTCT (Prevention of Mother to Child Transmission), programma governativo di prevenzione della trasmissione dell'HIV da madre a figlio.

                    


CTC (Care and Treatment Clinic)
Servizio governativo, offerto in collaborazione con TUNAJALI, Ong tanzana finanziata da organizzazioni americane, che offre gratuitamente cura e trattamento a persone sieropositive. 
In particolare i pazienti ricevono le cure antiretrovirali e viene posta molta attenzione alla sensibilizzazione nella comunità e al counseling, sia individuale che di coppia; al momento i pazienti del CTC nel St. Joseph Hospital vengono seguiti in uno dei 4 ambulatori dell’OPD due giorni a settimana, ma visto il rapido aumento del loro numero, con una media di 51 nuovi positivi al mese solo (dati a gennaio 2015) dovranno essere presto pensati, sviluppati e creati nuovi spazi e personale dedicati. 
La gravidanza di madri sieropositive viene presa in carico da RCH e CTC congiuntamente, in modo da fornire il miglior servizio possibile.

Centro Tubercolosi
Da aprile 2015, il governo ha iniziato a coinvolgere il St. Joseph Hospital Ikelu nel suo programma nazionale, portando farmaci e registri appositi ed erogando formazione ad alcuni membri dello staff locale.
Attualmente gli spazi utilizzati non sono ancora per nulla adeguati, mancando un reparto di isolamento: l’ambulatorio Tubercolosi si trova oggi all’interno dell’OPD; tra gli obiettivi del prossimo biennio vi è anche quello di provvedere, alla costruzione di una struttura a norma.

Radiologia
Il servizio è stato aperto nel dicembre 2014 ed è l’unico funzionante nel raggio di 50 km. Al momento la media di lastre giornaliere è di circa una decina. L’inizio dell’utilizzo dell’Rx torace ha migliorato la diagnosi di Tubercolosi, superando i limiti del solo test Ziehl-Neelsen.

Sala Operatoria
Il comparto operatorio ha aperto le porte ufficialmente con il primo cesareo il 6 marzo 2015: dotarsi della Sala ha permesso al St. Joseph Hospital Ikelu di raggiungere il livello di Ospedale. 
Gli interventi che al momento vengono eseguiti sono parti cesarei, appendiciti, ostruzioni intestinali, miomectomie e isterectomie, polipectomie, asportazioni di cisti, circoncisioni.

Kangaroo Care
Una stanza dedicata accoglie bambini prematuri o con peso alla nascita inferiore ai 2,5 kg. 
L’ospedale non possiede incubatrici e personale specializzato in neonatologia, per cui viene utilizzata la tecnica della Kangaroo Therapy: il contatto pelle a pelle tra madre e bambino 24 ore su 24, permette una stabilizzazione dei parametri cardiorespiratori del neonato e una regolazione del livello della sua temperatura corporea meglio di qualsiasi strumento, soprattutto quando tale strumento utilizza una corrente elettrica poco affidabile e incostante come quella della realtà di Ikelu.

Servizio di accoglienza delle mamme in attesa
Le madri provenienti da villaggi lontani o privi di mezzi di trasporto per raggiungere una struttura sanitaria vicina o in tempi rapidi (spesso, infatti, impiegherebbero giorni di cammino per arrivare)  hanno l’opportunità di soggiornare per settimane presso l’ospedale in attesa del parto: infatti, in queste zone rurali, le madri a volte preferiscono ancora partorire in casa affidandosi all’anziana del villaggio e per questo la mortalità materna e perinatale dei bambini è ancora molto alta. Le mamme in attesa, oggi sempre più consapevoli, cominciano a rinunciare a questo “non servizio” governativo gratuito, per rivolgersi a strutture private, a pagamento, ma più sicure come il St. Joseph Hospital Ikelu. 

LE CIFRE

I dati aggiornati a giugno 2015 ci permettono di dire che ogni mese vengono visitati una media di 2.400 pazienti in OPD (circa 80 al giorno) e 400 sono i ricoveri mensili (circa 13 al giorno). 
La maternità invece accoglie ora una media di 120 mamme al mese che vengono per il parto. 
L’avere una sala operatoria immediatamente disponibile in caso di complicanze, ha fatto sì che il numero di partorienti da 18 che erano nel mese di gennaio 2015 sia arrivato a 120 in 6 mesi. 
Al momento, le mamme in attesa vengono accolte all’interno del reparto maternità, che ha una disponibilità di 25 letti, ma i dati a giugno 2015 ci confermano il trend in forte ascesa e ci dicono che accogliamo già 35 donne quasi quotidianamente.

GLI OBIETTIVI RAGGIUNTI

I principali obiettivi conseguiti dal St. Joseph Hospital nel biennio 2013-2015 sono stati:
- l’apertura del comparto operatorio
- la messa in funzione della sala raggi 
- l’apertura del centro trasfusionale
- l'arrivo di un'ambulanza attrezzata
servizi questi che hanno fatto aumentare enormemente e soprattutto nel giro di pochi mesi, il numero di pazienti che si recano al St. Joseph Hospital; il St. Joseph Hospital inizia a ricevere pazienti che arrivano da Mbeya, una grande città che dista 250 km (almeno 6 ore di bus) e il nome dell’ospedale, tramite il passaparola, ha raggiunto anche Dar es Salaam, capitale commerciale che dista 750 km e 12 ore di viaggio.

IL FUTURO

Progetti attuali per l’ampliamento dell’ospedale:

- Costruzione di un altro edificio che sarà adibito al pronto soccorso per le emergenze, una stanza per la breve osservazione, il minor theatre per interventi di piccola chirurgia, CTC (ambulatorio per il counselling e il trattamento dell’HIV e Tubercolosi.)

- Spostamento dell’edificio per l’accoglienza dei parenti dei pazienti all’esterno dell’ospedale in una struttura più grande nella quale ci saranno letti a disposizione dei parenti e nuove cucine.

CONCLUSIONI 

Il recente interesse del governo verso il St Joseph Hospital, quale candidato a diventare ospedale distrettuale, può, essere considerato una forma di riconoscimento da parte delle Autorità Locali del lavoro svolto in questi anni, grazie al dedito impegno di tutto lo staff locale, del personale espatriato e al generoso sostegno dei vari finanziatori, che fino ad oggi ci hanno supportato. 

Siamo fiduciosi che questa forma di cooperazione compartecipata e diretta tra nord e sud del mondo, tra istituzioni e singoli contribuenti, possa continuare negli anni a dimostrarsi fonte di costante sostegno e vitale sviluppo, al fine di superare i punti di debolezza tutt'ora presenti e al fine di portare la comunità locale ad un livello di consapevolezza e crescente autonomia organizzativa e gestionale.